Borgo Fornari, il castello del Rinascimento

Il castello di Borgo Fornari è stato costruito su un pianoro a controllo di una delle vie commerciali che collegavano il porto di Genova con i mercati della pianura padana, dove gli itinerari che scendevano dall’antica Via Postumia incontravano il fondovalle lungo lo Scrivia.

Oltre alla funzione commerciale, il castello doveva appartenere anche alla rete di castelli, torri e fortificazioni che costituiva il cosiddetto “sistema delle poligonali”, ovvero comunicazioni a distanza attraverso fuochi o specchi per proteggere l’entroterra dai possibili attacchi dei Saraceni dal mare, anche se mai documentati: esso infatti è in collegamento visivo diretto con due castelli oggi scomparsi, il primo ubicato sulla collina della chiesa di Busalla e il secondo sulla vetta del Montilario (oggi Monte Reale).

Nel 2005, il Comune di Ronco Scrivia e la Soprintendenza per i beni architettonici ed archeologici della Liguria hanno dato il via al restauro ed alla valorizzazione del castello, finanziato dai Fondi Europei 2002/2006 assegnati alla Regione e con il contributo della Provincia di Genova, Fondazione CARIGE e Arcalgas. Il restauro è stato inaugiurato il 12 Giugno del 2008, dopo quasi quattro secoli di abbandono.

Attualmente la gestione è affidata alla Pro Loco di Ronco Scrivia che ne cura le visite guidate e organizza eventi di promozione. Per informazioni sulle visite clicca qui

Un po' di storia...

Le più antiche notizie che si hanno attualmente sul territorio di Borgo Fornari, chiamato nei documenti antichi “montagna di Ceta”, riguardano principalmente la Pieve. Nel Dodicesimo secolo questo territorio, come molti altri della Valle, passa continuamente dal dominio di Tortona a quello dei signori di Gavi, a quello dei Consoli di Genova. Non abbiamo notizie su quando sia nato il borgo, formatosi verosimilmente ai piedi del Castello denominato all’epoca “…di Valle Scrivia”. Certamente intorno al 1121 apparteneva ai Marchesi di Gavi e ai Vescovi di Tortona: questo territorio si estendeva dal “Rivaro di Isolabuona fino a Busalla oltreché tutta la valle della Traversa con Fiacone …” (l’odierna Fraconalto). Già nel Privilegium di Federico Barbarossa del 1176, è citato come “Castello di Borgo” tra i presidi militari che in diversi tempi erano stati proprietà del Comune e dei Vescovi di Tortona.

La denominazione Borgo de’ Fornari compare il 10 novembre del 1200, in uno degli innumerevoli trattati fra Genova e Tortona, che si promettono di non dare nessun aiuto ai decaduti marchesi di Gavi. Nel frattempo i Fornari diventano signori di Voltaggio oltre che di Fiacone: finché, nel 1214, Genova premia la loro fedeltà concedendogli la giurisdizione del territorio. Ugone e i suoi fratelli si dividono la castellanìa di Valle Scrivia con un atto in cui sono dettagliatamente descritti la consistenza e i confini del feudo: viene citato chiaramente il castello che è proprietà indivisa tra i fratelli che devono provvedere al suo mantenimento. La bolla del Papa Onorio III del 1217 cita il paese come “Burgi Novi Fornariorum” appellativo che lo inserisce, con altri borghi della valle, fra quelli costruiti ex novo dai feudatari come investimento economico (come accaduto per Ronco, il borgo nuovo di Isola del Cantone, Arquata, Serravalle, ecc.).

Nel 1239 la famiglia genovese degli Spinola si affaccia in Valle Scrivia: Guglielmo, ribelle a Genova di cui era console si rifugia qui con altri fuorusciti e stabilirà come sua dimora il castello di Ronco, che manterrà anche dopo aver ripreso il governo della città.Partigiano dell’imperatore Federico II, avrà da lui il benestare per diventare signore assoluto dei castelli di Busalla, Ronco e Borgo, pretendendo addirittura di cambiare il nome di quest’ultimo in “Burgo Guilelmi Spinulle” senza riuscirci. Un atto del 29 agosto 1251 rende noto che Guglielmo ha anche in affitto la decima parte delle terre di Guglielmo Bove-Spinola, il che lo rende un feudatario molto potente. Alla sua morte, il figlio primogenito, Nicolò, subentra nella proprietà del castello di Ronco, che resterà sempre ai suoi discendenti e, nel 1253, compra il castello di Borgo ancora proprietà dei marchesi di Gavi anche se, di fatto, in possesso di Genova.

Nel 1312, l’imperatore Enrico VII, investe Opizzino Spinola, uno dei più grandi signori della sua epoca e genero di un figlio dell’imperatore, del castello di Valle Scrivia e di quasi tutti gli altri feudi della valle, allontanando definitivamente Genova da questi territori. Opizzino muore a Serravalle nel 1316 lasciando solo una figlia femmina: comincia così un lungo periodo di lotte fra tutti gli altri membri della consorteria che si inseriscono nei continui, gravi disordini fra famiglie nobili in Genova. In questo scenario si inserisce un fatto considerato gravissimo dagli Spinola: Troilo e Leonello vendono a Genova, che lo cede poco dopo al duca di Milano, il castello di Borgo. Gli Spinola si trovano un nemico nel mezzo dei loro possedimenti: infuriati, radiano i due fratelli dalla famiglia.

Il 25 ottobre 1429 Ludovico di Pontremoli, ministro del duca di Milano, Filippo Maria Visconti, convoca in Isola, il consortile Spinola della Valle Scrivia per la stipula un accordo per cui gli Spinola dovranno custodire e conservare il castello di Borgo per il duca di Milano. Parimenti in Busalla, il 4 gennaio 1436, in un secondo trattato che si conclude tra gli Spinola e la Repubblica di Genova, quest’ultima si impegna a indennizzarli di tutti i danni causati dai nemici, conferma i privilegi goduti sotto il dominio milanese e dona il castello di Borgo dei Fornari.

Il castello, nel 1447, è acquistato da Eliano Spinola e dai suoi fratelli. Egli è tenuto in altissima considerazione da tutta la consorteria, da Genova, dal Papa e dall’Imperatore: ricchissimo commerciante di antiquaria, collezionista e armatore di vascelli, anche se non possedeva tutto il feudo, si occupò molto attivamente del castello e del territorio. Nel testamento lascia denari per i poveri di Borgo e per celebrare messe in suffragio alla Pieve. Gli succede il figlio Domenico che nel testamento del 2 novembre 1490 dispone che nel castello di Borgo, “da lui restaurato”, debba sempre succedere il figlio primogenito.

Le notizie che riguardano i secoli successivi non inedite, ma certo poco conosciute, permettono di asserire che, per circa un secolo, è stato l’unico vero castello residenziale della Valle Scrivia: esso fu frequentato da alcuni personaggi molto importanti. In una lettera, Polidoro Calco, un cortigiano al seguito di Ludovico il Moro, che scendeva a prendere possesso da Signore di Genova, racconta come il Duca di Milano e la sua corte pernottano al castello ospiti del feudatario Giovanni Spinola. E' il 27 marzo 1498 e si desume da altri documenti che della spedizione faceva parte, tra gli altri, Leonardo da Vinci venuto per disegnare le fortificazioni di Tortona e che ha accompagnato il suo committente fino a Genova, di cui sono conservati numerosi schizzi raffiguranti i danni provocati nel porto da una devastante mareggiata di alcuni giorni prima.

L’agosto del 1502 ha visto sostare al castello un altro corteo ugualmente magnifico: era il nuovo “amico” di Genova, il re di Francia Luigi XII. Come raccontato da Jean d’Auton, nelle sue Cronache, Ffa tutti gli alti dignitari francesi e italiani,cardinali, futuri papi (Giulio II) e tutta la nobiltà genovese, spicca Cesare Borgia, duca di Valentinois che, proprio al castello lasciò il corteo del re per recarsi nei suoi possedimenti italiani. L’amicizia tra Genova e il re di Francia è di breve durata e il 1507 lo vede scendere e fermarsi per pochi giorni al castello da conquistatore: sono le battaglie contro la città e il suo servaggio. Filippo Casoni, negli Annali della Repubblica di Genova del secolo decimo sesto, riferisce che l’11 dicembre 1548, il re di Spagna Filippo II in viaggio da Genova verso Bruxelles, costretto dai ghiacci e vento a compiere quasi tutto il tragitto a piedi, si ferma e pernotta, spesato dalla Repubblica Genovese, il primo giorno a Borgo e il secondo a Gavi.

Al momento non si hanno altre notizie certe sulle vicende vissute dal castello, ma già queste ci permettono di capire l’enorme e fin ad ora insospettata importanza di questo edificio: esso è citato nella relazione del 25 giugno 1562 fatta dal Commissario del Ducato di Milano, Cristoforo Massara in cui si dice che “ l’Imperial Borgo de’ Fornari”, ha un “ castello non forte”, cioè non da difesa, ma per abitazione. Forse è stato Domenico Spinola a farlo decorare di mattoni quando lo ha restaurato, proprio per renderlo una elegante, piacevole e confortevole dimora degna di ospitare i grandi del momento, parallelo, ormai dimenticato, dei famosissimi castelli della Loira.

Ma con la costruzione, nella prima metà del Seicento, di un palazzo nel borgo, il Castello perde la sua funzione residenziale e di rappresentanza della famiglia feudale. Nel 1623 il castello è ormai usato solo come prigione: in un documento delle Curie delle Valli e dei Monti, conservato all’Archivio di Stato di Genova, si legge di una “condanna alla carcerazione nel castello di Borgo: 31 gennaio 1623”. Nel 1656, l’imperatore Massimiliano, invia un esercito in Italia in aiuto della Spagna e impone l’alloggiamento delle truppe ai feudatari minori che potevano sottrarsi all’imposizione solo pagando un tributo all’anno ciascuno. Al fine di stabilire l’ammontare delle varie contribuzioni, furono aggiornati i vecchi elenchi contenenti la registrazione numerica dei fuochi con alcune note sull’efficienza militare e l’economia di ogni feudo. “Borgo de Fornari: vi è un castello mezzo diroccato, non ha (ville) dipendenti et è paese sterile. Castagne in abbondanza e del resto poco o niente vi nasce”.

Negli anni 1736-37 Borgo è in pieno fermento edilizio. Il marchese Giovanni Battista Spinola ha deciso di por mano alla costruzione dell’Ospitale per gli ammalati del luogo. La filza 257 dell’Archivio Salvago Raggi contiene i fogli dei “Conti delle spese relative ai lavori nell’Agenzia di Borgo Fornari” in cui sono contenuti alcuni cenni sul tipo di lavoro svolto come ad esempio: “… trasportare legnami dalli boschi e mattoni dal castello….” Si fabbricano, oltre all’ospedale, una fornace e una casa al castello dove si diroccano muraglie e se ne fanno di nuove: è da allora, probabilmente, che il castello diventa masseria con casa colonica come è stato fino a pochi anni fa. A partire dall’Ottocento sarà utilizzato come abitazione contadina e le sue parti strutturali verranno ulteriormente modificate come nel caso della costruzione di un casolare nella cosiddetta corte inferiore.

Foto di Paolo Granara

Bibliografia:

D. Canazza, S. Pedemonte L'origine dei borghi nuovi in Oltregiogo: ipotesi preliminari, In novitate N.45, 2008

AA.VV Architettura storica a Ronco Scrivia e a Borgo Fornari, De Ferrari Editorre, 2009

D. Canazza, E.Cirnigliaro S. Pedemonte Stratigrafia castellana in Valle Scrivia e località vicine, In novitate, 2017

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