In Val Borbera tra borghi abbandonati, case in pietra e antichi mulini

Nella splendida Val Borbera, sull'Appennino piemontese


La val Borbera, territorio montano dell’Appennino piemontese, è ubicata all’incrocio tra quattro diverse Province (Alessandria, Genova, Piacenza e Pavia) e Regioni (Piemonte, Liguria, Emilia-Romagna, Lombardia). Qui si trova ancora una natura incontaminata e selvaggia, con paesaggi e panorami suggestivi, un ecosistema ambientale e una biodiversità di grande valore. Dal punto di vista amministrativo la valle fa parte della provincia di Alessandria anche se la toponomastica e il dialetto rimandano alla passata dominazione ligure. E’ un luogo ideale per una vacanza, una gita, un fine settimana con la famiglia o all’insegna dello sport per gli amanti della bici e del trekking, in Val Borbera inoltre si può gustare un’ottima cucina e apprezzare tanti prodotti tipici da abbinare al vino bianco autoctono, il Timorasso “Terre di Libarna”.

Una valle da conoscere anche dal punto di vista storico e antropologico. Nel corso dei secoli si sono susseguite stratificazioni di case e insediamenti agricoli, e le abitazioni altomedievali, di cui in Val Borbera oggi rimangono ancora molte tracce, costituiscono uno degli elementi caratteristici da scoprire. L’architettura rurale forma un patrimonio di cultura e di sapere contadino sicuramente da preservare e da conoscere.

In Val Borbera si può distinguere tra bassa e alta Valle: nel primo caso sono rilevabili maggiori dimensioni degli edifici, legati ad una maggiore redditività aziendale dovuta alla migliore fertilità e alla posizione quasi pianeggiante dei terreni. Salendo di quota invece prevalgono le dimensioni più contenute nelle costruzioni sparse, normalmente composte da più edifici contrapposti, da una parte gli edifici rustici e dall’altra quelli abitativi. Si trovano anche edifici rurali con struttura unitaria, con abitazione e rustici annessi sotto lo stesso tetto. Una caratteristica ricorrente è quella dell’ubicazione dei borghi montani in corrispondenza di “pianòri” che sorgono alla base dei versanti, in corrispondenza di drastici cambi di pendenza associati ad antichi depositi di accumulo di frane (paleofrane). 

Un elemento costruttivo che si ripete e rende inconfondibile questo tipo di architettura, è quello del portale, cioè la modalità di incorniciare con elementi lapidei tutte le aperture che danno verso l’esterno, in particolare le porte. Altri elementi di arredo che compongono questa architettura sono nicchie e mensole lapidee sporgenti di fianco alle finestre, così come fermi in ferro battuto, inoltre molto diffuse sono le incisioni simboliche realizzate graffiando la pietra sul portale o sul cantonale. 

Un suggerimento per andare alla scoperta delle “case di pietra” della val Borbera, antichi mulini e non solo, è quello di seguire uno degli itinerari disegnati da Irene Zembo di BorberAmbiente, geologa e guida ambientale escursionistica, che organizza escursioni e viaggi tematici che permettono di immergersi tra le meraviglie geologiche, naturalistiche e paesaggistiche di questa splendida valle, in armonia con i principi della sostenibilità ambientale (info: www.borberambiente.it).  

Esistono poi interi borghi abbandonati, dove il tempo si è fermato all’immediato dopoguerra, con case ormai diroccate, chiese, mulini, un mondo affascinante da cui è possibile immaginare come si vivevano i nostri nonni in questi luoghi di montagna. 

Inoltre, per informazioni su itinerari e sentieri segnalati è possibile consultare le rete escursionistica della provincia di Alessandria (info: http://www.provincia.alessandria.gov.it/sentieri/).

Per un approfondimento sull'architettura rurale della Val Bobera è possibile consultare la pagina dedicata sul nostro sito (cliccando qui).

Foto di Adriano Giraudo

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