Una terra di passaggio tra Piemonte e Liguria

Antichi e nuovi sapori, cibo e vino la vera identità di questa terra dalla storia millenaria.

Libarna è inserita in un contesto paesaggistico di grande suggestione, è l'antico tassello di un mosaico ricco di storia, cultura, natura e tradizioni come quelle enogastronomiche che ne custodiscono ancora l'espressione più autentica. Uno dei protagonisti di questo territorio è il Gavi Docg, il grande vino Bianco piemontese, prodotto negli 11 comuni della denominazione, che comprende anche Serravalle Scrivia, uniti da un unico filo conduttore: le “Colline del Gavi". Nella vicina Val Borbera si produce invece il Timorasso con la denominazione "Terre di Libarna", vino bianco autoctono dalle origini molto lontane e riscoperto negli ultimi anni.

Anche Serravalle Scrivia, terra di passaggio tra Piemonte ed Entroterra Ligure, presenta una gastronomia che ne raccoglie sapientemente le espressioni più tradizionali.

Tra i prodotti troviamo:

FARINATA: dalle origini molto antiche; infatti già i Greci e i Romani preparavano piatti a base di farina di ceci. La Farinata di Serravalle, detta “a’ fainò”, è prodotta secondo la tradizionale ricetta della Irma dal 1954 in via Berthoud. Locale davvero storico, a servirvi troverete l’unica custode della ricetta: la Signora Fossati Maria Luisa, affiancata oggi dal nipote Federico. La Farinata è un prodotto De.Co. di Serravalle Scrivia e fa parte del paniere degli Archeosapori.

CANESTRELLETTI: ciambelline di pasta frolla presenti nella tradizione dell’entroterra Ligure. Il termine deriva probabilmente da “canestro”, cestino di paglia o vimini dove venivano posti a raffreddare dopo la cottura. Prodotti dai F.lli Mersoni di Serravalle Scrivia, secondo la tradizionale ricetta dell'antico Forno Albinio Giacomo.

GRISSINI ALL’OLIO: dal sapore caratteristico dovuto al particolare olio utilizzato, vengono prodotti a Serravalle Scrivia fin dagli anni venti del ‘900, secondo la ricetta di Giacomo Albinio. Prodotti dai F.lli Mersoni di Serravalle Scrivia.

GALLETTE DI FARRO: la galletta è un panetto duro dalla forma schiacciata. Anticamente veniva usata specialmente per approvvigionare le navi nei lunghi viaggi, o nelle campagne militari. Può essere prodotta con vari tipi di farine o cereali. Nella Pasticceria Carrea di Serravalle Scrivia si trovano nella versione al farro con l’aroma di alloro.

CANESTRELLI BOLLITI: diffusi in tutto il territorio novese, la particolarità consiste nel passaggio del biscotto in acqua bollente prima della cottura in forno. Anche a Serravalle vengono proposti nella versione tradizionale o al Gavi Docg.

FOCACCIA CON L’UVETTA: una particolare focaccia nella versione dolce con l’uva sultanina. Era diffusa in questa terra di confine e nelle vallate dell’Appennino Ligure, sta vivendo oggi una stagione di riscoperta, proposta da alcuni forni ancora legati alle tradizioni.

BACIO DI LIBARNA: dolce a base di nocciola. Fin dall’antichità la frutta secca, pestata grossolanamente e mescolata al miele, costituiva  uno degli elementi principali per la preparazione di dolci. Nella versione attuale realizzata dal Pasticcere Franco Carrea, “un bacio a Libarna” è la sua dedica all’antica città romana. Prodotto De.Co. di Serravalle Scrivia e degli Archeosapori.

AMARETTI DI SERRAVALLE: l’amaretto morbido a pasta di mandorla, diffuso in tutto l’Appennino Ligure-Piemontese, trova una sua versione particolare anche a Serravalle Scrivia.

PANDOLCE DI SAN MARTINO: in dialetto serravallese è detto “Pàundùse id San Martéin”, la tradizione di questo dolce può esserere ricondotta a quella del Pandolce genovese (nella versione alta), una sorta di focaccia dolce di pasta lievitata e farcita con frutta secca e uvetta prodotta a Genova a partire dal 1500 e diffusasi poi nei forni e nelle pasticcerie del territorio dell’Oltregiogo e del Basso Piemonte. Si racconta che a Serravalle Scrivia, in occasione della festa di San Martino, nelle famiglie e nei forni dell’antico Borgo si preparasse un pandolce utilizzando, per l’impasto, lievito madre e preziosi ingredienti provenienti dai raccolti di fine estate e destinati alle provviste invernali, pronti per il consumo proprio in questo periodo (come i fichi secchi, le nocciole, le mandorle) insieme all’uvetta, a cui veniva aggiunto un vino bianco prodotto localmente. La versione proposta dalla Pasticceria Carrea ha una crema a base di Gavi Docg.Il Pandolce di San Martino è un prodotto De.Co. di Serravalle Scrivia.

Inoltre tra i piatti troviamo: ravioli, minestra di ceci, trippa in umido, stoccafisso accomodato, corzetti al sugo di funghi, coniglio in umido, verdure ripienepanissa, latte brusco.

POTRESTI VISITARE ANCHE